Giardino della Kolymbetra
B&B MiraValle Agrigento dista solo 6 minuti in macchina dal Giardino della Kolymbetra.
Il giardino della Kolymbethra (termine greco che indica un tipo di piscina utilizzata in età romana per giochi acquatici) è un sito archeologico di grande rilevanza naturalistica e paesaggistica, ubicato in una piccola valle nel cuore della Valle dei Templi ad Agrigento. Nel 1999 è stato affidato al Fondo Ambiente Italiano (FAI), in concessione gratuita dalla Regione Siciliana, per un periodo di 25 anni, divenendo uno dei luoghi di interesse archeologico/naturalistico di grande importanza a livello territoriale e nazionale, ponendo fine così alla situazione di abbandono che si era creata negli ultimi decenni del Novecento. Il restauro vegetazionale e strutturale organizzato dal FAI ha inoltre permesso la scoperta di alcuni ipogei.
Nello stesso periodo in cui venne costruita la Kolymbetra, si poterono costruire, grazie all'ausilio di molti schiavi catturati in battaglia, i famosi templi akragantini e gli ipogei, ovvero gallerie artificiali con la funzione di raccogliere le acque che trasudavano da un tipo di roccia porosa, la calcarenite, e di convogliarle, tramite un sistema di cunicoli, dalla collina verso il bacino della Kolymbetra, alimentando costantemente la piscina. Il giardino, oltre ad essere un luogo di villeggiatura per i tiranni akragantini, era anche un luogo d'incontro per tutti gli abitanti della città: qui si ritrovavano, infatti, le donne per lavare i panni e chiunque volesse rinfrescarsi tra le acque limpide della piscina.
Un secolo dopo la Battaglia di Himera, lo stesso Diodoro Siculo afferma che la vasca fu interrata e trasformata in orto, diventando così una ricca area coltivabile. La presenza degli ipogei, la cui funzione originaria venne adattata all'uso agricolo, risultò fondamentale; l'acqua convogliata da questi acquedotti, infatti, alimentava una piccola vasca o “gebbia” situata accanto allo sbocco di un ipogeo, che serviva per irrigare il giardino. Questo sistema funziona ancora oggi, mantenendo coltivabile il terreno.
Intorno al 1100 d.C., il Giardino venne trasformato in un canneto, dove veniva coltivata la canna da zucchero.
Tommaso Fazello, storico e frate domenicano, racconta che, intorno al XVI secolo[2], il Giardino della Kolymbethra diventò un horti abatiae, ovvero l'orto del vicino convento della Badia Bassa.
Successivamente, tra il Settecento e l'Ottocento, quando in Sicilia si diffonde la coltivazione degli alberi da frutto, diventa un giardino di agrumi.
Nel 1999 la Regione Siciliana ha affidato al FAI in concessione gratuita il Giardino per un periodo di 25 anni, ponendo fine alla situazione di degrado venutasi a creare dagli ultimi decenni del Novecento.
Nel 2007 e nel 2009 il Giardino della Kolymbethra è entrato nella classifica de "Il Parco Più Bello d'Italia", collocandosi fra i 10 finalisti del concorso.
« … L'antica famosa Colimbètra akragantina era veramente molto più giù, nel punto più basso del pianoro, dove tre vallette si uniscono e le rocce si dividono e la linea dell’aspro ciglione, su cui sorgono i Templi, è interrotta da una larga apertura. In quel luogo, ora detto dell’Abbadia bassa, gli Akragantini, cento anni dopo la fondazione della loro città , avevano formato la pescheria, gran bacino d’acqua che si estendeva fino all’Hypsas e la cui diga concorreva col fiume alla fortificazione della città… »
(Luigi Pirandello, I vecchi e i giovani)
Il Giardino della Kolymbethra si estende per poco più di cinque ettari, al cui interno si può trovare una ricca varietà agraria tipica della Valle dei Templi. Nel fondovalle si trovano varie specie tra le quali agrumi, carrubi, pistacchi, gelsi, noci, melograni, banani; lungo il fiume e ai piedi delle pareti calcaree vi sono mandorli, ulivi, orti tradizionali e la macchia mediterranea con mirti, allori, lentischi, terebinti, filliree, lecci, euforbie, alaterni, ginestre, palme nane, ampelodesme e carrubi.
Fonte: Wikipedia